Graziella Nugnes Blog Counseling organizzativo

COUNSELING ORGANIZZATIVO: UNA RICETTA ORIGINALE CHE FUNZIONA. QUATTRO ESPERIENZE LO DIMOSTRANO.

Autrice: Margherita Dozzi | Docente del Master in Counseling Organizzativo

Professional Counselor, Sociologa specializzata in Sociologia del lavoro e delle organizzazioni.

TUTTE LE ORGANIZZAZIONI SONO ABITATE DA ESSERI UMANI

Il dilemma dei porcospini di Arthur Schopenhauer è molto utile per spiegare le dinamiche di un gruppo di lavoro all’interno di una organizzazione.

I porcospini, durante l’inverno, affrontano un dilemma: quando arriva il freddo, cercano di stringersi tra di loro per scaldarsi, man mano che si avvicinano però, cominciano a pungersi con le loro spine e si allontanano per evitare di ferirsi.

Il freddo però li spinge nuovamente ad avvicinarsi e così di seguito; i porcospini continuano in questa danza tra il desiderio di stare vicini per scaldarsi e il ferirsi, finché comprendono che la cosa migliore sia avvicinarsi l’uno all’altro ma senza stare attaccati.

Questa immagine è esemplare per la comprensione delle dinamiche umane nelle organizzazioni e per la costruzione dell’obiettivo di un intervento di Counseling.

In ogni ambiente lavorativo ci sono esseri umani (nella metafora porcospini), che arrivano nelle aziende con la loro specifica complessità umana: hanno un corpo, esprimono bisogni, hanno aspettative, hanno una storia personale.

Queste persone cercano un modo per stare insieme: si pungono, si allontanano, si avvicinano, in un movimento che li porta a definire i bisogni e le aspettative aggregate, che sono una somma di “io” che cercano una dimensione nuova, quella dello stare insieme.

Questo movimento, questo ballo, tra i propri bisogni individuali e il bisogno collettivo di equilibrio dello stare insieme, dà forma alle dinamiche interne di un gruppo di lavoro.

 

QUATTRO ESPERIENZE CHE DIMOSTRANO LA VERSATILITÁ DEL COUNSELING ORGANIZZATIVO

Ogni organizzazione può essere un soggetto interessato da un intervento di Counseling Organizzativo proprio perché sede di questo movimento perpetuo, di esseri umani che, condividendo la quotidianità lavorativa, diventano insieme un soggetto diverso, che va ben oltre rispetto la somma delle sue parti, che ha propri bisogni, aspettative, sogni e obiettivi con cui ogni singolo soggetto dovrà confrontare i propri.

Di seguito presenterò quattro interventi di Counseling organizzativo, con obiettivi molto diversi tra loro, che ho condotto in quattro differenti organizzazioni:

  • una scuola
  • una cooperativa
  • il sindacato
  • un’associazione

COUNSELING ORGANIZZATIVO IN UNA SCUOLA PER L’INFANZIA

Il gruppo è composto da sei insegnanti e due addette alla mensa, la più giovane ha ventitré anni e la più matura cinquantatré, l’anzianità lavorativa va da un anno a venti.

Mi sono avvicinata a questo gruppo dopo il Covid, con l’obiettivo specifico di potenziare l’efficacia comunicativa del gruppo dopo lo sconvolgimento della pandemia che aveva rivoluzionato processi lavorativi e relazioni con gli stakeholder.

Ho compreso fin dall’inizio che la necessità era di arrivare dritti al cuore del problema: le emozioni vissute in quel periodo.

Per questo ho deciso di lavorare a partire dal corpo, sede di emozioni, percezioni e sensazioni.

Non appena introduco questa proposta, il clima del gruppo subisce un rapido cambiamento, si diffonde una maggiore coesione ed un orientamento generale del gruppo verso l’ascolto di se stesse e delle altre.

La parola non sempre ha una dimensione così immediata e sincera come quella corporea, il corpo non distorce, non è approssimativo o prolisso, il corpo, nella sua interezza, parla chiaramente dell’individuo e all’individuo, rivelando un mondo bellissimo di emozioni, percezioni, ‘carne e sangue’, che a volte nascondiamo oppure non ascoltiamo.

In questo gruppo, la valorizzazione del sentire e della dimensione corporea delle persone coinvolte ha permesso di sviluppare occasioni sincere di confronto a partire da come si lavora insieme.

 

UN CAPOSALDO DEL COUNSELING ORGANIZZATIVO: LA GESTIONE DEL RUOLO

Il ruolo viaggia su un continuum tra i bisogni individuali e quelli organizzativi. I bisogni individuali afferiscono a come ogni singola persona vive lo stesso ruolo, al significato emotivo e personale che la persona attribuisce allo stesso. I bisogni organizzativi sono rappresentati dalle aspettative e le relazioni che ogni persona ha, non solo con altri ruoli presenti nell’organizzazione, ma anche con il vissuto organizzativo e il suo intento.

Il ruolo è un contenitore preziosissimo e multiforme, che traccia spazi immensi e, molte volte inesplorati, di storia individuale e organizzativa: ci dice molto della persona e anche dell’organizzazione stessa, e poiché è mutevole e variabile, direi quasi cangiante.

Nella mia esperienza ho riscontrato che un metodo dinamico e creativo, come quello del Counseling organizzativo, rappresenta uno strumento necessario per portare questa tematica nei gruppi, perché mette le persone nella condizione di esplorarlo, senza pregiudizi e trovando forme e formule originali, utili a se stessi e al contesto lavorativo. Viceversa, metodi troppo verbosi attivano la “lamentazione” che, come il canto delle sirene, impedisce di muoversi.

Nello specifico ho esplorato il tema del ruolo in una cooperativa sociale che occupa nove professioniste, sette educatrici e due addette alle pulizie e assistenti.

La cooperativa offre servizi di assistenza a persone adulte con disabilità grave e gravissima. A loro ho proposto, tra le altre cose, di costruire una statua che rappresentasse i loro ruoli. Vedere la statua ha dato l’avvio a un confronto vivace e produttivo, ricco di suggestioni per possibili cambiamenti.

Counseling organizzativo per cooperative
Counseling organizzativo per organizzazioni sindacali

IL GRUPPO, LA MOTIVAZIONE E IL RAPPORTO CON L’UTENZA IN UN GRUPPO DI SINDACALISTI

In questo gruppo ho utilizzato immagini e metafore che rappresentano uno strumento guida del Counselor Organizzativo, per trattare in modo analogico anche tematiche di interesse organizzativo.

La fiaba permette alle persone di allentare il giudizio, di spostarsi in un contesto surreale, sganciato dalla realtà quotidiana e di lavorare su aspetti di sé tramite la mediazione delle immagini e dei significati che il racconto offre.

Nello specifico, in questo contesto, ho utilizzato la fiaba dei tre porcellini come ponte immaginifico, che potesse aiutare il gruppo a fare emergere gli aspetti più fragili dell’esercizio del proprio ruolo, in un contesto sociale in continuo mutamento: sulla condivisione di questi elementi il gruppo ha poi costruito l’individuazione delle proprie risorse personali e gruppali, utili a sostenere l’agire organizzativo di tutti i giorni.

Questa esperienza è stata anche l’occasione di allenare il gruppo nella sperimentazione di un nuovo metodo di confronto: in ambito organizzativo, il Counseling permette al singolo e al gruppo di esplorare, valorizzare ed utilizzare le risorse che si possiedono (che sono sempre presenti ed innumerevoli) e che spesso rimangono, nella quotidianità lavorativa, nascoste o inespresse.

CONVIVENZA E PASSAGGIO GENERAZIONALE IN ASSOCIAZIONE SENEGALESE

La quarta realtà è un’associazione che riunisce 2.100 soci (età media 30/35 anni) residenti in provincia di Bergamo e dintorni.

L’associazione opera per il benessere e lo sviluppo dei cittadini senegalesi e mira a rafforzare gli ideali di mutuo soccorso, unità e solidarietà.

Sostiene lo scambio socio-culturale tra i popoli, favorendo l’integrazione e l’inclusione sociale.

Nel mio intervento il committente mi affida la tematica generazionale, dato che questo è il momento storico in cui i fondatori dell’Associazione si trovano a passare, il cosiddetto testimone, alle nuove generazioni.

In questo gruppo ho lavorato sulla necessità di condividere con i giovani un significato comune, nel quale integrare il punto di vista di entrambe le generazioni, affinché l’Associazione non sia solo un “luogo fisico”, ma continui ad essere un “luogo di costruzione di identità e comunità”.

Counseling organizzativo per associazioni

CONCLUSIONI

Ho riportato queste quattro esperienze, tra le tante realizzate, per le loro significative differenze:

  • per composizione dei gruppi;
  • per mission organizzativa;
  • per temi trattati e metodi adottati.

L’obiettivo è quello di esplicitare come il metodo del Counseling Organizzativo abbia nel suo DNA una immediata versatilità, che lo rende applicabile ed efficace in tutti i contesti organizzativi.

 

Autrice: Margherita Dozzi | Docente del Master in Counseling Organizzativo

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