Graziella Nugnes Blog Counseling organizzativo Comunità di pratiche

DOPO IL MASTER?

UNA COMUNITÁ DI PRATICHE PER COUNSELOR ORGANIZZATIVI

SOSTEGNO AL RUOLO E ALLA CRESCITA PROFESSIONALE: UNA COMUNITÁ IN EVOLUZIONE

Alla conclusione del primo master in counseling organizzativo, nel 2017, è nata una comunità di pratiche riservata a chi ha terminato il percorso formativo.

Nel tempo, la comunità si è allargata ai partecipanti alle cinque edizioni del master finora concluse, includendo professionisti di due tipi: dipendenti che hanno integrato il proprio ruolo con le abilità del counseling, e coloro che realizzano interventi di counseling organizzativo come consulenti esterni alle organizzazioni.

Oggi la comunità è formata da due gruppi di una dozzina di persone ognuno, che si incontrano quattro volte l’anno, a Milano e a Brescia.

La comunità di pratiche è in continua evoluzione e assolve molteplici funzioni:

  • supervisione, realizzata il metodo euristico relazionale;

  • costruzione di reti professionali, indispensabili per gestire interventi complessi;

  • aggiornamento e formazione sulle abilità del counseling;

  • incubatore di sogni, in cui poter valutare ex ante i punti di forza e di debolezza dei nuovi progetti professionali.

La comunità di pratiche è un contesto accogliente, nutriente e solidale: permette una condivisione profonda e non giudicante; le ambizioni professionali di ognuno sono benvenute, i successi festeggiati, le collaborazioni incentivate.

La comunità permette la costruzione di un’identità professionale anche attraverso il confronto con counselor organizzativi “senior” con anni di lavoro alle spalle.

La comunità è quindi un formidabile sostegno al ruolo e allo sviluppo dei professionisti che vi partecipano.

Master Counseling organizzativo Graziella Nugnes Comunità di pratiche

Il counseling organizzativo euristico relazionale rappresenta una preziosa possibilità di accesso a forme di cambiamento possibili e funzionali.

Graziella Nugnes

LE FUNZIONI SVOLTE DALLA COMUNITÁ DI PRATICHE: SCOPRIAMO QUALI SONO

La comunità di pratiche è un “luogo sicuro” per rappresentare e rielaborare problemi, dubbi, situazioni irrisolte e desideri professionali. Vediamo come.

Supervisione

Gli incontri di supervisione di gruppo sono un’occasione per condividere con gli altri una situazione critica, poco chiara o con implicazioni non ben decodificate, oppure di cui si avvertono le potenzialità ma non la strada per farle emergere. Nella supervisione, la comunità di pratiche diviene uno spazio per confrontarsi e “rileggere” la situazione, integrare nuovi punti di vista, analizzare le emozioni messe in campo, individuare le risorse interne ed esterne da attivare per superare una fase di stallo o per realizzare potenzialità.

Comunità professionale
La comunità di pratiche è anche una comunità professionale in cui costruire collaborazioni e cogliere opportunità con colleghi con cui si condividono il linguaggio, la sensibilità e il metodo dati dal master; colleghi di cui si conoscono bene le caratteristiche professionali e l’affidabilità.

Graziella Nugnes Counselor organizzativo

Formazione esperienziale
La comunità di pratiche crea occasioni dirette e indirette di apprendimento e formazione della abilità del counseling. In ogni incontro oltre all’analisi di casi e di nuovi progetti, si individua “come fare” per raggiungere gli obiettivi desiderati, con esempi concreti e utilizzo di materiali specifici.
Inoltre, una volta all’anno viene organizzata una giornata di formazione esperienziale su tematiche centrali ed innovative per i counselor organizzativi (per esempio, l’utilizzo della metafora del teatro in azienda, le costellazioni nelle organizzazioni, ecc.)

Incubatore di sogni
Infine la comunità di pratiche è un ambiente protetto dove esprimere sogni e desideri senza timori, dove è possibile presentare progetti in bozza e raccogliere suggerimenti e indicazioni migliorative prima di procedere con la “verifica del mercato”.

 

UN APPROCCIO EURISTICO RELAZIONALE: ESSERE APERTI E PRAGMATICI FA DIFFERENZA!

Il metodo adottato nella comunità di pratiche, in particolare in supervisione, è specifico e distintivo, frutto di una rielaborazione originale dell’approccio euristico relazionale adottato nel master.

  • Il termine euristico fa riferimento alla capacità di far leva sull’esperienza sul campo per inglobare nel metodo ciò che funziona e accantonare o dismettere ciò che non funziona (Nugnes, G., 2017). Negli anni, i professionisti della comunità di pratiche hanno analizzato numerosi progetti di counseling organizzativo, facendo emergere le attività e i metodi che “funzionano” e a quali condizioni, così come quelli poco funzionali. Questo lavoro di “revisione” delle pratiche permette ai partecipanti di ampliare e aggiornare una “cassetta degli attrezzi” da cui fare emergere nuove ipotesi, trovare nessi, costruire labili teorie, a loro volta da verificare sul campo.
  • Il termine relazionale fa riferimento al fatto che obiettivi, metodi e strumenti degli interventi di counseling organizzativo non sono mai concepiti come dogmi, ma, al contrario, l’approccio invita a essere e rimanere “aperti”, in una logica contestuale, situazionale e interlocutoria. Ciò porta il counselor organizzativo ad avere la capacità di modificare il progetto in base alla concretezza delle situazioni, dei contesti, dei bisogni e delle specificità delle organizzazioni e delle persone a cui gli interventi sono rivolti.

  • La supervisione ha un carattere metodologico: non indaga le caratteristiche psicologiche del counselor o dei suoi clienti, ma si concentra sul processo di lavoro realizzato dal counselor, sulle caratteristiche della relazione con i clienti, sul contesto culturale e organizzativo in cui l’intervento si è realizzato, sulle caratteristiche operative dell’intervento.

  • Infine la supervisione è anche una relazione d’aiuto (Zanardo, A., 2007) in grado di attivare, attraverso uno sguardo esterno, le capacità di auto osservazione delle persone. Essendo separata dall’azione che viene analizzata, la supervisione permette di rivedere ciò che è accaduto, di comprenderne i significati e di analizzare le emozioni che là si erano espresse. La supervisione permette di trarre consapevolezza e insegnamenti da quanto accaduto per farne tesoro per le situazioni che si presenteranno.

ASPETTI PRATICI

La comunità di pratiche è gestita dalla dott.ssa Graziella Nugnes che, in qualità di supervisor counselor, può rilasciare i crediti per la supervisione, obbligatori per i counselor che vogliono mantenere l’iscrizione ad una delle Associazioni Professionali di Categoria.

Attualmente ci sono due gruppi di supervisione, uno a Milano e uno a Brescia, che si incontrano quattro volte l’anno, di cui una dedicata alla formazione delle abilità del counseling a gruppi uniti.

Il calendario della supervisione viene inviato con largo anticipo.

Si richiede l’impegno alla partecipazione per un semestre, dando così modo ai partecipanti di valutare periodicamente la loro adesione.

La supervisione avviene in gruppo, ma su richiesta può essere attivata la supervisione individuale, in presenza o online.

È attiva una chat dedicata per confronti e scambi tra partecipanti.

 

Per approfondimenti e chiarimenti o semplicemente per saperne di più potete contattarmi direttamente (+39.335.5334185graziella.nugnes@gmail.com).

Per informazioni e iscrizioni www.counselingorganizzativo.it

E’ anche possibile verificare la possibilità di accedere alla formazione finanziata contattando segreteria organizzativa curata da Consorzio Koinon (030.3742344; koinon@confcooperative.brescia.it) .

Contattami per avere informazioni sul Master in Counseling organizzativo.

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